Rilanciamo e salvaguardiamo i vecchi mestieri

25.04.2014 22:00


Torniamo a mezzo secolo fa in cui c’erano i garzoni di bottega ed erano soprattutto ragazzi minorenni: sedicenni, diciassettenni e diciottenni (la maggiore età si raggiungeva a ventuno anni)  che alla fine della scuola per causa di bocciatura o di non voler frequentare più la scuola, le madri li portavano a lavorare in bottega, che  avvolte si trovavano proprio all’angolo della strada dove si abitava e venivano assunti da negozianti e artigiani senza alcun tipo di contratto, dopo aver concordato una paga con i genitori. Iniziando così a muovere i primi passi, facendo il garzone di bottega . Così in queste botteghe si imparava un mestiere che avvolte portava ad diventare imprenditore. Si faceva veramente di tutto: dal lavare,al pulire,al sistemare,al costruire, e anche la vendita. Così quello che doveva essere periodo transitorio,  diventava un apprendistato ben più lungo, perché avvolte piaceva davvero tanto quello che  si faceva. Così pian piano si imparava un mestiere, anche se alcuni si sono pentiti di non avere anche studiato!Perciò quello che vi consiglio è di dare sempre spazio lo stesso alla cultura. Così d’avere sia  cultura che esperienza lavorativa che è sempre richiesta da chi assume. Perciò io propongo di tornare ai giovani aiutanti anche solo per il periodo estivo e di non  farlo essere solo un ricordo del passato.  E  mi sento di consigliare ai negozianti e commercianti di Sassuolo di puntare nuovamente sulla figura dei garzoni, ovviamente nella loro versione moderna. Rilanciando così l’economia del nostro paese in vari modi. I contratti stavolta ci sono (diversamente da quanto avveniva negli anni Cinquanta o Sessanta del secolo scorso): in pratica, impresa e lavoratore potranno contare sul cosiddetto contratto semplificato, senza dimenticare la formazione. I mestieri di un tempo, quelli tipici per un garzone, stanno progressivamente scomparendo, dunque è necessario preparare le persone, ma sempre in maniera semplificata, cioè direttamente in bottega. Un modello che può ispirare da questo punto di vista è quello francese. consentono anche ai quattordicenni di seguire un percorso di formazione professionale piuttosto che continuare, magari in maniera poco proficua, gli studi scolastici. Per il paese è stata una vera e propria rivoluzione, dato che dalla fine degli anni Cinquanta l’obbligo scolastico aveva resistito fino a sedici anni, l’età minima richiesta dal codice del lavoro per l’apprendistato. È forse la disoccupazione giovanile che comincia seriamente a preoccupare?Chissà magari si potrebbe così ridare ai giovani di Sassuolo la possibilità di potersi collocare nel mondo del lavoro e d’avere esperienza oltre che un diploma e di imparare un mestiere e magari di aprire la loro attività.
Alessandro Rocchi candidato Consigliere della Lista civica Conto Anch’io a Sassuolo
PER UNA NUOVA POLITICA, ANCH’IO POSSO DECIDERE
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